Manifesti degli intellettuali fascisti e antifascisti

Al congresso di intellettuali favorevoli al fascismo, tenutosi a Bologna nel marzo 1925, fece
seguito il Manifesto redatto da Gentile il 21 aprile dello stesso anno. Nel testo l’autore cerca di giustificare l’avvento violento del fascismo come necessario momento di rottura, in grado di favorire il ritorno agli ideali forti del Risorgimento, di cui il movimento si ritiene una naturale prosecuzione. Il fascismo si pone come nuova religione eroica, come disciplina di «abnegazione» degli interessi del singolo in favore della gloria della Patria. Per Gentile lo Stato è un’entità suprema che subordina a sé gli individui e riconduce gli
interessi particolaristici a quelli collettivi della nazione e della Patria. La libertà individuale si
esprime nel sacrifi cio al potere e alle istituzioni dello Stato. Tra i firmatari: Gabriele D’Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti (tra i primi firmatari), Ardengo Soffici, Giuseppe Ungaretti, Luigi Pirandello.

croce-gentileIl Manifesto degli intellettuali antifascisti, pubblicato il 1° maggio 1925 sul «Mondo», è l’immediata risposta di Croce al manifesto gentiliano. Lo studioso, pur avendo guardato con iniziale simpatia al fascismo, prende definitivamente le distanze con una posizione ferma, a tratti ironica, da quello che giudica un «invasamento del cervello, cagionato da mal certe o
mal comprese teorie». Tra i firmatari: Gaetano De Sanctis, Eugenio Montale.

Manifesto degli intellettuali fascisti (pdf)

Manifesto degli intellettuali antifascisti(pdf)

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